Le fasi degli studi clinici sui farmaci

Lo sviluppo di un farmaco è molto complesso e inizia con una fase preclinica fatta in laboratorio tramite la ricerca su modelli sperimentali. Solo quando i risultati di questa fase sono promettenti viene avviata la fase sull’essere umano, cioè la fase di ricerca clinica.

Le ricerche cliniche sui farmaci sono generalmente classificate in quatto fasi:

Fase I: ha come obiettivo principale la valutazione della sicurezza e della tollerabilità di un nuovo farmaco. Viene somministrato inizialmente ad un piccolo gruppo di volontari sani, generalmente fino a poche decine. Nel caso di studi su alcune categorie di farmaci, come antitumorali o immunosoppressori, non è possibile coinvolgere volontari sani e il nuovo trattamento viene proposto direttamente a gruppi di pazienti. Il farmaco viene somministrato con schemi di dosaggio che aumentano gradualmente fino a raggiungere la dose appropriata. In questa fase vengono valutati anche gli eventuali effetti collaterali. Solo pochi e attrezzati centri clinici sono autorizzati a fare studi di fase I.

Fase II: ha come obiettivo la valutazione dell’efficacia terapeutica e la tollerabilità del trattamento. In questa fase il campione coinvolto risulta essere più grande (circa 100-200 pazienti a studio) e si tratta di persone affette della malattia per cui si sta svolgendo la sperimentazione.

È in questa fase che viene fatto un primo bilancio tra rischi e benefici e, quando è possibile, i soggetti coinvolti sono divisi in due gruppi: uno rappresenterà il cosiddetto gruppo sperimentale, al quale viene somministrato il trattamento in studio (o sperimentale), l’altro è il gruppo di controllo, al quale viene somministrato il miglior trattamento disponibile o, se non ce ne è ancora uno, viene somministrato un placebo (una sostanza inerte).

Se il trattamento in studio mostra benefici si passa alla fase successiva.

Fase III: ha come obiettivo la valutazione dell’efficacia reale e della sicurezza del nuovo trattamento rispetto ad altri già esistenti, definiti “gold-standard”. Generalmente durante queste fasi i soggetti coinvolti sono in numero più elevato, che varia da qualche centinaio a qualche migliaio.

L’obiettivo di ogni nuovo farmaco in sperimentazione è quello di superare gli altri farmaci già disponibili per il trattamento della stessa patologia in termini sia di capacità di guarire o di alleviare i sintomi, ma anche di innocuità, tollerabilità e miglioramento della qualità della vita, in modo da offrire alla persona con malattia un’alternativa terapeutica valida.

Da sapere

Il progetto europeo ECRAN ha sviluppato una serie di materiali per spiegare a cittadini e pazienti che cosa è la ricerca clinica. Guardi il film di animazione: www.ecranproject.eu

Quando infine il nuovo farmaco ha dimostrato di essere efficace in rapporto a eventuali rischi, tutti i dati derivati dalle valutazioni precliniche e cliniche sono raccolti in un rapporto che viene sottoposto all’autorità competente [EMA (European Medicines Agency) per l’Europa e AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per l’Italia] per richiederne la registrazione e l’autorizzazione alla commercializzazione. Complessivamente, la storia di un farmaco prima dell’immissione in commercio dura dai 7 ai 10 anni. Una volta che il farmaco ha ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio si prosegue con l’ultima fase.

Fase IV: si tratta dei cosiddetti studi di sorveglianza post-marketing, utili a controllare gli effetti collaterali a lungo termine del farmaco utilizzato su un numero molto più elevato di pazienti. Gli studi delle fasi precedenti hanno infatti durate limitate e gli studi di fase IV servono proprio a valutare nel tempo di effetti del trattamento.

Recentemente anche i registri di patologia vengono utilizzati per la sorveglianza a lungo termine di effetti collaterali ed efficacia dei farmaci nella pratica clinica.

Da sapere

Per ognuna di queste fasi è prevista la stesura di un protocollo, nel quale i ricercatori e i clinici descrivono accuratamente tutte le fasi dello studio, le analisi statistiche che si vogliono fare, il campione da studiare e le sue caratteristiche. Tutti gli studi devono essere approvati da un Comitato Etico che ne valuta tutti gli aspetti clinici ed etici, compresa l’informazione che viene fornita. Lo studio può partire solo dopo che il Comitato Etico e la struttura nella quale si vuole svolgere lo studio danno la loro approvazione.

Studi adattativi: da qualche anno è stata studiata e introdotta una nuova metodologia per condurre alcuni studi clinici: gli studi adattativi. Si tratta di studi nei quali è possibile introdurre cambiamenti durante il suo svolgimento, modificando aspetti del disegno, sulla base di risultati e informazioni ottenuti nello studio stesso.

Da un lato va sottolineata la flessibilità di questi studi che si “adattano” in base alle informazioni che man mano si ottengono (ad esempio su caratteristiche ed evoluzione della biologia molecolare del tumore) e che quindi possono portare a vantaggi in termini di tempo per raggiungere i risultati, organizzazione e fattibilità.

Dall’altro va sottolineato la complessità di questi studi dal punto di vista metodologico e statistico: se non pianificato correttamente, uno studio adattativo può portare a risultati difficili da interpretare e quindi scarsamente utili nella pratica clinica.

Le capacità del gruppo di lavoro proponente, insieme alle capacità di valutazione del Comitato Etico, sono estremamente importanti per non esporre i pazienti a sperimentazioni inutili.

A cura di
Paola Mosconi e Pasquale Paletta
Laboratorio di ricerca per il coinvolgimento dei cittadini in sanità
Dipartimento di Epidemiologia Medica
Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

Aggiornamento Aprile 2023

Per saperne di più

AIFA – come nasce un farmaco http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-nasce-un-farmaco

Europa Donna – studio clinico partecipo o non partecipo? https://europadonna.it/portfolio/partecipare-studio-clinico/

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